sabato 3 luglio 2010

De Andrè, i giudici e berlusconi.

Fabrizio De Andrè ci lasciò una spendida canzone che adattò dall'originale del geniale cantautore francese Georges Brassens. Questi la scrisse, come disse De Andrè, con tutta probabilità per un suo amico che era stato ghigliottinato a causa di una sentenza ingiusta. In questo pezzo che si intitola "Il gorilla" un giovane giudice con la toga finisce inchiappettato (in senso letterale) dal vivace gorilla protagonista della storia, costretto a questa scelta amara dalla mancanza di alternative, visto che "la differenza tra idea e azione" aveva fatto sparire tutte le donne di lui invaghitesi. La canzone, allegra ma non troppo, è figlia di una prospettiva politica che si può definirre "garantista", o meglio di ispirazione anarchica, libertaria, e, più in generale, di sinistra. Oggi la sinistra italina non ama definirsi garantista, dopo che la bandiera del garantismo è stata fatta propria dalla destra e, in particolare, dal suo massimo esponente Berlusconi. Dov'è la differenza tra questi due garantismi? E' presto detto: De Andrè e Brassens si schieravano idealmente dalla parte delle vittime " comuni " della giustizia perchè vedevano in loro dei poveracci magari innocenti condannati più per la loro pochezza di mezzi materiali che per le colpe commesse. Oggi i garantisti nostrani sono ricchi e ben pasciuti, e sono difesi brillantemente da grandi ed eleganti avvocati pagati con laute parcelle, ma loro si lamentano lo stesso perchè si sentono dei "perseguitati per causa della giustizia" come dice il Vangelo. Chissà se oggi Brassens farebbe inchiappettare uno di questi azzimati avvocati dal suo irriverente gorilla.Un saluto dalla Luna (dove non si vede la tv)Bocciboo

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